martedì 16 dicembre 2014

Odore di ruggine - racconto breve noir (Dellastiara, ep. 15)

Apre gli occhi ma non vede nulla, solo un torbido buio che gli danza sulle iridi cieche. Lieve è il rumore dell’umidità che trasuda dalle pietre della sua prigione, formando rivoli di salnitro lungo i muri. Il freddo alle mani è diventato insostenibile. Tenta di portarle alla bocca per alitare sulle dita inerti un soffio vitale. Novello Dio - Adamo michelangiolesco. Qualcosa le blocca. Odore di ruggine.

Le mani sono strette da catene di vecchio ferro. L’umidità le ha corrose rendendole ruvide e rugginose. Rossastre agli occhi della memoria.
Altri odori prendono il sopravvento, dopo che il sanguigno profumo dell’ossido si posa. Pietra, umidità, urina. Acre paura che si mescola al pelo dei topi e quella dolciastra eco di putrefazione. Bozzoli enormi di enormi ragni, acquattati nel buio. Attesa.
Non sa da quanto tempo si trovi lì. Ore che passano come ere. Lente. Interminabili. Bave lumacose di minuti disciolti dalla pioggia del nulla. Non succede niente. Sembra che mai niente sia successo. Il terrore cancella i ricordi della vita prima di quell’incubo oscuro. Un gorgo torvo risucchia colori, forme , suoni.
L’improvviso rumore lo coglie impreparato. Urlo dei cardini lentamente smossi e boato di una porta non lontana che sbatte spalancandosi. Qualcuno si sta avvicinando.
I passi lenti sono accompagnati da un fruscio, un raschiare leggero, come se dita o griffe stessero accarezzando le pareti di quella prigione sconosciuta. Nessuna luce gli svela chi sia il suo carceriere. Egli si muove nel buio, come se fosse naturale. Un pipistrello assetato di sangue.
Il chiavistello del suo cubicolo è spostato. Anche questa porta è sbattuta. L’uomo nero è venuto a prenderlo accompagnato dal puzzo infame dell’Averno.
Si dibatte ma le catene glielo impediscono. Il rumore provocato dagli anelli è dissonante come l’urlo di mille voci in agonia, mentre la sua rimane prigioniera nella gola riarsa da secoli di sete insoddisfatta.
Qualcosa lo afferra. Si sente svenire. In un oblio oscuro i rumori della ruggine che si sgretola, delle catene che cadono a terra, di passi e parole aliene pronunciate di una voce ultraterrena si sovrappongono. Alla fine il lume di uno zolfanello lo abbaglia. Una sola candela è sufficiente a strappargli un gemito di dolore, per gli occhi feriti d’improvviso.
In quello che sembra essere il pavimento di un sotterraneo di mattoni e pietre è disegnato un elaborato schema. Una stella a cinque punte accerchiata da simboli misteriosi. L’uomo dietro di lui lo spinge al centro del disegno. Lo spinge a terra contr le pietre fredde sulla pelle nuda.
Un odore sovverchiante lo stordisce al punto di impedirgli qualsiasi reazione. È come in un sogno in cui sembra che tutto stia accadendo ad un altro, seppur una scintilla di coscienza terrorizzata sa che è tutto reale. E sta accadendo a lui.
L’uomo accende lentamente delle candele nere poste attorno al pentacolo, poi si siede in un preciso angolo della stanza ed inizia una cantilena dai suoni bizzarri. Prosegue per istanti che sembrano interminabili. Sembra non smettere mai.
Si alza l’uomo e si avvicina estraendo qualcosa da quello che sembra essere un mantello nero.

Quando la luce si riflette sulla fredda superficie di una lama, Endi capisce che la sua fine è vicina.

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un racconto breve noir di Ago

9 commenti:

  1. Ci chiedavamo dove fosse Endi...
    ora avrei preferito non saperlo!

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  2. AGO non vorrai fare la fine di Misery non deve morire!!!
    occhio che te vengo a cercà.
    :)
    Grande!

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  3. Uh, bello, mi avete aspettato!
    Non far morire endi senza di me, eh!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Questo breve messaggio è per augurarti, sia pur con ritardo, un buon 2015 e comunicarti il nuovo indirizzo del mio blog: antrodellastrega2.blogspot.it.
    Il mio vecchio blog rimarrà ancora aperto per un po’, per informare anche i lettori, di questo cambiamento.
    Buona giornata, AGO :) 

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  6. Ago mi hai stupito anche questa volta...
    Già immaginavo che la persona incatenata si trattava del povero Endi,io spero che Dellastiara riesca a salvarlo in extremis,la vicenda si fa ahimè ancora più drammatica e più difficile ma leggendo fino alla fine del racconto il nostro amico barista fortunatamente è ancora vivo...forse non è ancora tutto perduto
    Questo episodio ha una sua particolarità, e mi riferisco in particolar modo alla descrizione del luogo in cui si trova prigioniero Endi...ha un sapore cosi antico cosi medievale,chissà dov'è collocata questa oscura ambientazione......

    E adesso fiondiamoci al 16 episodio!

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    1. In quella strana città il moderno affonda le proprie radici nel passato. Ha fondamenta antiche come i suoi palazzi.

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